Inseguire il cambiamento, con dei buoni compagni di strada

«Corri, corri sapientone, e ricordati di me!» Clara Oswald, Dr. Who
In un campo come quello della comunicazione e dei media studies, inseguire il cambiamento è spesso una necessità. Con ciò che ne consegue: accettare di non poter avere fino in fondo il polso delle cose e di doversi mettere in cammino per comprenderle, spiegarle, applicare questa conoscenza nelle nostre ricerche e trasmetterla ai nostri studenti. 

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Come inquadrare questo inseguimento nei canoni dell'Università? Alla Sapienza, la Facoltà di Scienze della Comunicazione prima, e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale poi, hanno sempre investito in un proficuo rapporto con i professionisti della comunicazione e dell'informazione, tanto in qualità di docenti a contratto quanto come ospiti e testimonial nei corsi, seminari, eventi. Servono però due passi in più. Uno. Chi sono i professionisti della comunicazione e dell'informazione? Le categorie protocollari non bastano più a definirli, e questo è vero soprattutto per i mondi, sempre più intercomunicanti, del giornalismo e dell'audiovisivo. Due. Come superare il momento della "vetrina" in aula? Anche aver seguito un corso intero con un giornalista non consente allo studente di poter dire di essersi contaminato con il suo mondo. 

Il primo passo sta a noi professori, il secondo agli studenti. Riflettere insieme sul mondo che cambia, costruire una mappa il più possibile completa di quel che c'è al di fuori delle mura dell'Università, è un impegno importante, a maggior ragione perché significa anzitutto uscire noi professori dalle mura dell'Università. Impegnarsi laddove la comunicazione e l'informazione assumono le loro forme più contemporanee sta agli studenti. 

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E' una piacevole sorpresa che per il secondo anno di seguito un numero così alto di ragazze e ragazzi provenienti dai nostri Corsi di Laurea Magistrali (e in misura minore Triennali) abbiano accettato questa sfida. 


E' importante anche registrare, rispetto allo scorso anno, una buona partecipazione delle studentesse e degli studenti di Organizzazione e marketing per la comunicazione d'impresa, a fianco a quelli di Media, comunicazione digitale e giornalismo: è un riconoscimento dei molti livelli in cui la Comunicazione si incarna in un'iniziativa come il Festival del Mobile Journalism.

E le recensioni rimangono positive! Nella scelta di partecipare per una seconda volta, di condividere l'esperienza con amici e colleghi, di capitalizzanla al massimo dentro e fuori l'Università, la dimensione inevitabilmente retorica della "crescita culturale e professionalizzante" della call prende vita, dà un senso ancora più profondo a quella che è la Terza Missione di un Ateneo come Sapienza.

Perché tutto questo sia possibile, occorrono naturalmente dei buoni compagni di strada, il gruppo di promotori di Associazione Stampa Romana e Associazione FILMAKER non solo rappresentano il mix perfetto tra la dimensione istituzionalizzata e quella "di strada" del giornalismo. Rappresentano anzitutto una comunità aperta, in linea con gli interessi dei nostri studenti e naturalmente disposti ad accoglierli, ad accompagnarli, a fargli "rubare il lavoro con gli occhi" sia che l'impegno concreto sia di natura organizzativa sia che rientri più propriamente nella dimensione di comunicazione e giornalismo. E' la presenza di questa comunità che rende possibile, fruttuoso, persino appassionante rincorrere il cambiamento.